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Iran, Khamenei: «Non ci saranno colloqui con Usa»

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Resta alta la tensione dopo attacco di sabato

Articolo de “La Meta Serale”

Non «ci sarà alcun colloquio con gli Usa a qualsiasi livello». Il concetto viene ribadito, una volta di più, dalla Guida suprema iraniana, Ali Khamenei. Che significa una cosa ben precisa: la tensione tra Washington e Teheran è alle stelle e nessuna delle due parti intende cedere qualcosa in vista di un improbabile (almeno per il momento) dialogo.



«I funzionari iraniani, di qualsiasi livello, non parleranno mai con i funzionari americani, è il loro modo di fare pressione sull’Iran e questa politica di pressione massima è destinata a fallire», ha detto Khamenei secondo la tv di Stato iraniana. Gli Stati Uniti stanno analizzando quelle che comunque ritengono essere le prove del coinvolgimento iraniano nell’attacco di sabato scorso ai siti petroliferi sauditi della società Aramco (secondo quanto riferisce la Cnn le probabilità sono molto alte). Anche l’Onu ha preso posizione nelle ultime ore su quanto accaduto, osservando che l’attacco ha conseguenze «che vanno molto oltre la regione», «un incidente estremamente serio».

Donald Trump

Secondo il presidente dell’Iran, Hassan Rohani, però, gli attacchi sarebbero stati condotti da yemeniti in risposta proprio all’offensiva militare saudita nello Yemen. In effetti gli insorti yemeniti Houthi, vicini all’Iran, hanno rivendicato gli attacchi alle installazioni petrolifere saudite e hanno in seguito avvertito le compagnie straniere e i loro dipendenti di «stare lontani dalle raffinerie di Abqaiq e Khurais». Da ieri il rischio di un’escalation in Medio Oriente sembra quasi inevitabile, anche se ad ora le dichiarazioni di Washington e Riad appaiono prudenti: è molto probabile che ritengano plausibile l’ipotesi che la responsabilità sia di Teheran, ma non viene ancora chiamata in causa in maniera indiretta.



Anzi, il presidente statunitense, Donald Trump, ha precisato che è suo impegno evitare un conflitto militare, anche perché non si sono registrati fin qui danni a strutture americane né ad alcun personale.



La situazione, però, desta preoccupazione. Con l’avvio del disimpegno dell’Iran dall’accordo sul nucleare del 2015 e il ripristino delle san zioni Usa – un passo indietro sarebbe possibile solo nel caso di un ripensamento da parte degli Stati Uniti, ha ribadito sempre Khamenei –, pure i rapporti con l’Europa si sono inaspriti. In più l’area è una polveriera. Negli ultimi giorni, ad esempio, raid aerei attribuiti a Israele sono avvenuti al confine tra Iraq e Siria, colpendo presunte basi di milizie filo-iraniane.

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