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Decreto Genova, Cantone: “Pericolo di infiltrazione mafiosa”

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Nel decreto Genova è prevista “la deroga a tutte le norme extrapenali comporta anche la deroga al Codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive”. Lo ha rilevato il presidente dell’Anac Raffaele Cantone in audizione alla Camera di fronte alle commissioni Trasporti e Ambienti, segnalando una “lacuna” del testo. “Non ritengo – ha detto Cantone – di dover sottolineare i rischi insiti in tale omissione, soprattutto perché vi sono molte attività connesse alla ricostruzione (dal movimento terra allo smaltimento dei rifiuti, ad esempio) in cui le imprese mafiose detengono purtroppo un indiscutibile know how”.

Cantone ha quindi parlato del ruolo del commissario: “Con una disposizione che credo sia senza precedenti (la deroga a tutte le norme dell’ordinamento italiano, ad esclusione di quelle penali) si intende consentire al Commissario di muoversi con assoluta e totale libertà, imponendogli solo i principi inderogabili dell’Unione europea ed ovviamente i principi costituzionali”. E ha continuato: “Al commissario si applicano solo le direttive europee e i principi costituzionali. Non si applica il codice, non si applica nessuna delle normative sui rifiuti e neppure quelle sulla sicurezza del lavoro: sono derogate tutte le norme. E’ una scelta del legislatore”. Il presidente Anac ha ricordato che “il commissario farà atti amministrativi per stabilire le regole e si dovrà dare regole autonomamente, alla luce di quelle europee”, ma proprio questo “proprio questo rischia di essere oggetto di contenzioso di fronte ai giudici amministrative e ordinari e le questioni rischiano di essere portate di fronte a una corte europea o alla corte costituzionale”. “In tutti gli ambiti di riferimento comunitari e costituzionali, il rischio – ha evidenziato Cantone – è che gli atti del commissario non trovino nessuna rete di protezione di fronte ai giudici. Una deroga così ampia non consentirà al commissario di fare quello che vuole, ma paradossalmente il contrario”.

“Quella di cui ci occupiamo è certamente una delle più grandi commesse dell’ultimo periodo” e “nell’obiettivo di garantire al Commissario regole certe, in puro spirito di collaborazione istituzionale, ritenendo prioritario l’obiettivo della ricostruzione del Ponte, mi spetta il compito di sollevare qualche dubbio e perplessità sull’impianto del decreto”.




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